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La Commissione Europea mira a indebolire l’istituto del matrimonio e della famiglia, nonché la sovranità degli Stati Membri della UE.

Durante le discussioni del comitato sulla “Strategia della UE per l’uguaglianza LGBTIQ” tenutesi l’anno scorso, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l’obiettivo è indurre gli Stati membri al “riconoscimento reciproco delle relazioni familiari nella UE.” All’epoca la Presidente della Commissione Europea ha affermato chiaramente che: “Chi è genitore in un Paese, è genitore in tutti i Paesi.”

In concreto, ciò si traduce nel riconoscimento dell’adozione di un minore da parte di due padri o due madri, già disposto in alcuni Stati membri, mentre in altri tale riconoscimento non è consentito dalla legislazione nazionale.

Oggi questo preoccupante proposito diventa realtà.

La Commissione Europea ha recentemente pubblicato le linee guida preliminari per il progetto di “Regolamento sul riconoscimento reciproco della genitorialità tra gli Stati membri”. Se approvato, esso sarà vincolante per tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. Ai sensi di tale Regolamento, saremo costretti a riconoscere l’adozione di minori da parte di coppie omosessuali che vivono in concubinato.

L’Unione Europea vuole in tal modo indurci ad accettare regolamenti contrari alla volontà di un’ampia maggioranza di cittadini della UE.

 Non dobbiamo permettere che ciò accada!

La Costituzione di numerosi Paesi europei definisce chiaramente il matrimonio come “l’unione di un uomo e di una donna”. Una larga maggioranza di Stati membri della UE proibisce espressamente l’adozione di minori da parte di coppie omosessuali. Inoltre, queste norme nazionali sono pienamente conformi al diritto internazionale in materia, fra cui la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici.

E soprattutto, con l’adesione all’Unione Europea non abbiamo concesso alcuna autorizzazione ad imporre un Diritto di famiglia contrario alla volontà delle maggioranze nazionali. I Trattati europei stabiliscono chiaramente che il diritto di famiglia sostanziale rientra nella giurisdizione esclusiva degli Stati membri. L’Unione Europea non può interferire con le legislazioni nazionali.

Dobbiamo reagire in fretta contro questa appropriazione indebita di poteri, prima che sia troppo tardi. Pertanto vi esortiamo a firmare la petizione da indirizzare a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, in cui chiediamo che la Commissione rispetti la legislazione degli Stati Membri e respinga l’approvazione di un regolamento tanto controverso. I Commissari UE devono sapere che noi non siamo d’accordo con l’imposizione arbitraria e illecita di disposizioni giuridiche che non trovano fondamento nei Trattati e a cui le comunità dei Paesi membri non hanno acconsentito.

A Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea

Gentile Signora Presidente,

Le scriviamo per esprimerLe la nostra profonda preoccupazione in merito all’inizio dei lavori sul progetto UE di “Regolamento sul riconoscimento reciproco della genitorialità tra gli Stati membri”.

La proposta legislativa della Commissione Europea prevede che tutti gli Stati membri dell’Unione debbano riconoscere le adozioni formalizzate in altri Paesi della UE. Pertanto gli Stati membri, in cui la legislazione nazionale non consente a coppie omosessuali l’adozione di minori, saranno sottoposti ad una pressione nell’ambito del diritto processuale, volta a far riconoscere questo tipo di adozioni, contrarie al rispettivo ordinamento giuridico e quindi costretti ad ignorare i propri principi giuridici, che esprimono la volontà della maggioranza dei cittadini.

Proposte di questo tipo violano le norme dei Trattati, oltrepassando i poteri conferiti dagli Stati membri agli organi dell’Unione Europea. Nell’aderire alla UE, ci era stato assicurato che la nostra appartenenza alla comunità europea non ci avrebbe esposti ad alcuna pressione intesa a modificare il Diritto di famiglia sostanziale.

I Trattati della UE specificano che il Diritto di famiglia sostanziale rientra nella giurisdizione esclusiva degli Stati membri. Il riconoscimento di chi può o non può essere coniuge o genitore secondo la legge è un elemento del Diritto di famiglia che rientra nella competenza legislativa esclusiva degli Stati.

Pertanto la libertà degli Stati membri di emanare un proprio Diritto di famiglia, fra le altre cose contrario a garantire alle coppie omosessuali gli stessi privilegi delle coppie sposate, è pienamente conforme al diritto comunitario. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella sua sentenza del 16 dicembre 2008 (causa C-C-524/06) ha dichiarato che: “il divieto di discriminazione, sia esso fondato sull’art. 12 CE o sull’art. 43 CE, impone di non trattare situazioni analoghe in maniera differente e situazioni diverse in maniera uguale”.

Pertanto richiamiamo con forza Lei e l’intera Commissione Europea al rispetto dei Trattati e della legislazione degli Stati membri e al ritiro del suddetto controverso progetto di regolamento. Se adottato, tale Regolamento costituirebbe una grave violazione dei poteri conferiti all’Unione Europea dagli Stati Membri e negherebbe il diritto degli stessi ad emanare leggi conformi alla volontà dei propri cittadini.

 

In fede,
i Cittadini dell’Unione Europea